Atti 15,1-2.22-29; Salmo 66 (67); Apocalisse 21,10-14.22-23; Giovanni 14,23-29
La Parola è Pace di Cristo
All’inizio della storia della Chiesa di Cristo sorsero problemi per come comportarsi nell’essere cristiani. “Paolo e Bàrnaba” salirono “a Gerusalemme dagli apostoli” per ascoltare la loro parola: «È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di alcune cose necessarie: farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
San Tommaso sosteneva che «precetti e norme evangeliche sono pochissime»; S. Agostino affermava che precetti, norme, aggiunte posteriormente al Vangelo, «si devono esigere con moderazione per non appesantire la vita ai fedeli».
E’ necessario, oggi, per noi, salire ancora alla città santa, Gerusalemme, risplendente della gloria di Dio perché le sue mura “poggiano sui dodici apostoli dell’Agnello” per avere risposte.
Questa «città la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello. In essa» non vi sarebbe nemmeno necessità di «alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio».
La Chiesa dei Dodici, pur immersa in molte colpe, ha sempre ricordato, come guida, la parola di Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
Quale dovrà essere il nostro comportamento oggi?1. E’ da custodire la Parola perché: «il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
La parola di Gesù è ammonimento per i tempi che stiamo vivendo: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».
2. E’ da custodire il dono della pace di Cristo: «Non come la dà il mondo, io la do a voi»: non è la pace di Putin né quella della Nato. “La Chiesa non può essere ridotta a mezzo per preservare dal male; le sue azioni sono da coniugare al futuro, per costruirlo; non al passato, per giudicarlo. L’Angelo del Signore è custode: a lui sono affidati gli intimi segreti del cuore, a lui le parole narrate a nessuno; solo lui è capace di guidare il rapporto di dialogo con il Padre”.
Su “Custodire”: “Le parole dicono che siamo cristiani “ pag. 167.