Siràcide 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]; Salmo 67 (68); Ebrei 12,18-19.22-24°; Luca 14,1.7-14
1. La storia che stiamo vivendo parla di scelta dei posti più comodi e sicuri. Sembra una parafrasi del Vangelo: «Sceglievano i primi posti».
Una domanda: al popolo di Dio quale posto attribuite?
Il Vangelo ammonisce: «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
La preghiera comune sia che al popolo di Dio, finalmente, si dica: «Amico, vieni più avanti».
Perché mai? Perché il popolo di Dio comprende la necessità della sequela del Vangelo: «Voi vi siete accostati a Gesù» ed ascolta Gesù che dice: «Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso». Gesù ha accolto inviti da Scribi, Farisei, Pubblicani peccatori, ma lo ha fatto allo scopo di condurre, non solo Zaccheo, alla conversione del cuore.
2. «Non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini».
A Gesù interessa correggere non tanto le azioni, quanto ciò che motiva a partecipare ed invitare: in un caso «perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio»; nell’altro il rifiuto dell’invitare altri «perché non hanno da ricambiarti».
L’invito o l’accoglienza derivino dalla bellezza insita in ogni evento.
Quando la giustizia e la pace che ne deriva sarà una esigenza riconosciuta ai poveri del Signore sarà la bellezza.
3. O si continuerà a finanziare fabbricanti di armi? “Coloro che guadagnano con la guerra e il commercio delle armi sono delinquenti che ammazzano l’umanità”.
Chi cura gli occhi, le malattie rare, la fame, la sete, la miseria è costretto ad elemosinare dalla generosità degli stessi poveri, mentre i dirigenti delle nazioni sono pronti ad esigere dai cittadini soldi, e tanti, per le armi e niente, o poco, per ospedali, scuole, assistenza agli anziani. Possono “le parole dire che siamo cristiani”?
Le riflessioni di oggi non sono per i capi di stato, i comandanti delle nazioni: sono per ognuno di noi ogni volta che ci comportiamo, nei confronti del fratello, con superiorità ed arroganza.
“Ho servito finora; adesso mi servano loro”: pensiamo a come il fratello ci possa essere utile ed offendiamo il Vangelo e la dignità del fratello. Il fratello, fosse povero, storpio, zoppo, cieco o ricco e forte non è ‘utile’: è fratello. Tu, verso il fratello, agisci per il tuo utile? Ricorda: egli è come te. «E sarai beato».