Esodo 32,7-11.13-14; Salmo 50 (51); 1 Timòteo 1,12-17; Luca 15,1-32
«Tante parole per non parlar d’amore» (da ‘Ora capisco perché’, Marcello Giombini https://www.youtube.com/watch?v=_5ul7vjx-SM)
In A.T. era doloroso ammettere che «il popolo di Dio si è pervertito: bestemmiatore, persecutore e violento. Non ha tardato ad allontanarsi dalla via che il Signore aveva indicato! E’ un popolo dalla dura cervìce». Il popolo di Dio, in N.T., ancora una volta sta costruendo sofferenza e desolazione attraverso una guerra sempre fratricida. Vengono seguiti ed ascoltati ‘profeti di sventura’ che predicono gioia e spensieratezza e pretendono un ascolto succube e servile. Troppo sicuri di consuetudini e leggi umane, si pongono all’angolo i profeti.In questa situazione di dolore, affanno, incertezza del futuro Dio dà all’Uomo e, per suo mezzo, al Creato un aiuto per giungere al ravvedimento. Dal cuore dei pochi ‘profeti’ sgorga continua una preghiera: «Perché, Signore, si accende la tua ira contro il tuo popolo? Ricòrdati del tuo popolo, dei tuoi servi». Il popolo di Dio accolga il profeta inviato, il buon\bel pastore, e rifiuti il pastore che è buono soltanto quando trova nei fedeli qualcosa di utile ai suoi fini.
La preghiera è sempre accolta dal Padre; lo ricorda l’Apostolo Paolo: «Per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io, Cristo Gesù è venuto nel mondo». Per la preghiera ancora una volta «Il Signore si pente del male che ha minacciato ed invia, ‘per sempre’, altri apostoli ed annunci capaci di lodare il Signore: «Mi è stata usata misericordia: colui che mi ha reso forte, è Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia». Al popolo di Dio si rivolgono per essere accolti ed ascoltati: «Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti».
La risposta del popolo di Dio sia: “Ho scelto di seguire l’amore. Non puoi chiedermi nulla di diverso”. Ti ringrazio se sai testimoniarmi, responsabilmente, Amore, non apparenze e desiderio di immagine esteriore, finzioni di Amore.
E’ complesso, ma è necessario imparare a compiere, insieme, un cammino verso l’Amore. Non siamo stati chiamati da Gesù Cristo per compiere ciò che è utilmente consolidato, siamo stati chiamati per ciò che è bello: «Bisogna far festa e rallegrarsi per il fratello morto che è tornato in vita, perduto ed è stato ritrovato». E’ invito ad un cammino verso l’Amore.