1. Rendiamo gloria al Signore: ci fa suoi testimoni per creare una umanità nuova.

La testimonianza ricordi quella dell’Apostolo Pietro: Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti.[2]

Preghiamo perché, come Pietro e gli altri Apostoli, riusciamo ad essere Annunciatori di Resurrezione a tutti gli uomini di buona volontà. A tutti i Credenti, anche ai Pastori annunciamo: Convertitevi e cambiate vita; per un’altra strada andiamo in fretta verso la nostra Gerusalemme. E’ necessario un viaggio di ritorno a Gerusalemme, come Maria e Giuseppe, tornare a Gerusalemme per ritrovare Gesù. Loro lo ritrovarono nel Tempio: non possiamo cercarlo altrove. Lì, nel Tempio, annunciare, ascoltare.

Possiamo, come Maria, rimproverare Gesù: Figlio, perché ci hai fatto questo?[3] Il grido di tutte le mamme per figli smarriti, scomparsi non può essere zittito, ma rimane il compito di ricomprendere l’appello ed il grido e farne preghiera. Trasformare poi il grido in attesa di un vezzeggiativo che solo la Parola sa ideare.

Il tono dell’annuncio, simile a quello dell’Apostolo, non ci sfugga: Figliolini miei. Grande è l’amore del Padre, se siamo chiamati non solo Figli, ma Figliolini. E’ un amore che non ha smentite perché, se anche qualcuno avesse peccato, abbiamo chi ci presenta giustificati al Padre: Gesù Cristo. È lui la vittima di espiazione per i peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per il peccato del mondo.[4] Come potremmo rimproverare Dio per i delitti dell’uomo contro il creato, contro le creature? Dobbiamo imparare ad ascoltare quel Figliolini miei per comprendere meglio, almeno a sufficienza, da quale Amore delicato e silenzioso venga la chiamata. Non conosciamo abbastanza l’invito a trasformare il linguaggio per farlo corrispondere nella sostanza, non solo nelle parole vezzeggiative, a quello ad ogni rivolto?

 

  1. Conosciamo Gesù? Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, menzognero. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Come conoscere e manifestare Gesù ancora meglio di come facciamo? Come i discepoli di Emmaus in fretta, quasi correndo, fanno chilometri di strada per tornare e narrare agli Undici e a quelli che erano con loro come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane, così il coraggio e lo zelo ci accompagnino sulla strada da completare.

Il mezzo più importante per riconoscere Gesù, riconoscerci come cristiani, farci riconoscere come tali è l’Eucaristia nel Pane e nella Parola.[5]

  1. Nel Pane e nella Parola, anche oggi, annunciamo: «Pace a voi!».

Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Questo annuncio e saluto vi spaventa o vi impressiona? Annunciatelo ancora: Pane e Parola è proprio lui, solo lui, Gesù! Toccate e guardate; sperimentate: un fantasma non ha carne e ossa. Nel Pane e nella Parola Gesù, solo, apre la mente per comprendere le Scritture e i significati della esistenza. La Morte e la Resurrezione di Gesù continuamente, nella Storia, si avvera per mezzo della “Carne” di tanti fratelli. Nel nome di Gesù, il Vivente, predichiamo a tutti conversione e perdono dei peccati, cominciando da chi guida e segue il cammino, le case, i vicini di casa.

Di questo, per questo siamo testimoni.

[1] 2018-4-15 III PASQUA B Atti 3,13-15.17-19; Salmo 4, 2.4.-7.9; 1 Giovanni 2,1-5; Giovanni 24,35-48
[2] Atti 3,15
[3] Luca 2,41-52
[4] Giovanni 1,29
[5] Lorenzo Chiarinelli, vescovo