Signore, so che sei un uomo duro.
Gesù denuncia l’orientamento spirituale di maestri e sacerdoti quando inducono a vedere Dio come una figura esigente, punitiva. Nella predicazione si fissano sulla denunzia ossessiva del peccato e, paralizzati dall’idea di una impossibile impeccabilità, causano lontananza da un Dio che, secondo il loro pensiero, schiaccia l’uomo sulla sua colpa.

Questa immagine di Dio getta la sua ombra sui rapporti umani, rendendo difficile il perdono; un velo di scetticismo e di non senso invade la vita; ci si esclude da una relazione fiduciosa con Dio e con gli altri.
Sono da ricercare soluzioni diverse: il fascino è illusorio e fugace la bellezza.
Non perdiamo tempo e discorsi per domandarci i tempi, i momenti, il come e il quando della storia dimenticando di aver ricevuto talenti e doti da usare, ognuno secondo le sue capacità.
Siamo tutti figli della luce e del giorno: non dimentichiamo la nostra dignità di uomini, figli del Padre unico.
Per giustificare l’inefficienza nel rendere completi bene e bellezza, non creiamo in noi una immagine di Dio deformata. Abbiamo ricevuto doti immense: non le usiamo solo per il profitto egoistico.
Usiamo le doti per uno sviluppo progressivo della formazione delle giovani generazioni per costruire un futuro migliore.

Un consiglio, se permettete: questo modo di vivere imposto dalle circostanze, separa gli uni dagli altri; abbiamo oggi mezzi tecnici per incontrarci: e-mail, watsapp, telefono, chat e altro che io nemmeno ben conosco. Usiamoli, rispondiamo ad ogni cosa, creiamoci alleati nella lotta a questo male perverso (secondo me creato dall’uomo per il profitto ingiusto di alcuni).

Breve:
Per giustificare l’inefficienza nel rendere completi bene e bellezza non creiamo in noi una immagine di Dio deformata. Abbiamo ricevuto doti immense: non le usiamo solo per il profitto egoistico.
Usiamo le doti per uno sviluppo progressivo della formazione delle giovani generazioni per costruire un futuro migliore.