Gesù dice: «Date voi da mangiare alla gente»: il mangiare non riguarda solo il pane, ma anche la libertà, la pace, la salute, la serenità.
Se si ha fame, c’è necessità di mangiare. E’ bello impegnarsi per quel che serve alla vita.
Difficoltà reali ostacolano i buoni nel voler sanare i mali del mondo: «Come possiamo soccorrere, con quel poco che abbiamo, le esigenze di tutte le persone?».
Le difficoltà sono maggiori quando chi chiede aiuto niente sa fare e niente vuole fare.
Le proteste di fronte ai problemi sono molte: perché tutti i migranti in Italia? Perché le altre nazioni non si impegnano? Che sta a fare Dio, su nel cielo, perché non interviene?


Gesù replica ripetendo: “Date da mangiare alla gente”. Lo esige imperiosamente “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti”.
Gesù si preoccupa per chi lo segue: “Prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano”.
Per il racconto dei miracoli ci siamo assuefatti ad attendere soluzioni miracolistiche. Tutto si attende da Dio e dagli altri e, quando accadono, come scritto nel Vangelo, si grida: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». E ci si limita a guardare e battere le mani. Ancora una volta rimaniamo ingannati.
Attenzione: se la contentezza dipendesse soltanto dal ricevere da mangiare, bere, “Gesù, si ritirerà di nuovo sul monte, lui da solo”.
Il difetto – peccato che commettiamo è di limitarci a lottare “contro”, chiacchierare, rimproverare gli errori.
Il mondo se la prende, anzi, con Papa Francesco, perché suggerisce e chiede soluzioni di tipo diverso.
La lotta del Vangelo e di chi lo segue, è, invece, “per” creare persone capaci di costruire, creare bellezza. I più impegnati si sentono soli, quasi sconfitti, a lottare contro le malattie del mondo, sollevare sofferenze, testimoniare un modo diverso di desiderare, essere e agire.
I discepoli nell’orto degli olivi, il giovedì santo, si addormentarono nell’orto degli olivi “perché i loro occhi erano appesantiti per la tristezza”. Chiaramente disarmati, abbiamo occhi appesantiti da tristezza e non sappiamo costruire il bello e il bene. Critichiamo pensando che con questo abbiamo rispettato ogni legge: in queste condizioni verrà, inesorabile, la Croce.
La speranza cristiana chiede di non dimenticare mai che il terzo giorno, non dopo tre giorni, giunge la resurrezione.
Per questa incrollabile, apparentemente incosciente, fiducia, il cristiano continua a lottare.

più brevemente: 25 LUGLIO 2021 XVII DOMENICA T. O. B

“Un solo Dio e Padre di tutti”, per mezzo di Gesù, dice: «Date da mangiare alla gente».
Si ha bisogno di mangiare non solo pane, ma anche libertà, pace, salute, serenità.
Se l’attesa dei popoli riguarda soltanto il mangiare, bere, “Gesù, si ritirerà di nuovo sul monte, lui da solo”.
L’errore che si commette è che la nostra lotta è “contro”: è solo protesta di parole; in più soddisfare le richieste dei popoli è difficile quando, chi chiede, niente vuole fare: in queste condizioni verrà, inesorabile, la Croce.
La lotta del Vangelo e di chi lo segue, è “per” creare persone capaci di costruire, creare bellezza.
La speranza cristiana chiede di non dimenticare mai che il terzo giorno, non dopo tre giorni, giunge la resurrezione.
Per questa incrollabile, apparentemente incosciente, fiducia, il cristiano continua a lottare.