Geremia 17,5-8; Salmo 1; 1 Corinzi 15,12.16-20; Luca 6,17.20-26
Difficoltà nel capire il Vangelo o difficoltà nell’accogliere il Vangelo?
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo» se legge e pratica il Vangelo «allontanando il cuore dal Signore”.
Il cristiano non ha alcunché di esclusivamente umano perché la capacità di continua resurrezione dipende dall’essere immagine di Dio: “Cristo è primizia di resurrezione per coloro che sono morti”.
«Benedetto», quindi, «l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia».
Le beatitudini sono il cuore del Vangelo: domandando al Signore la fedeltà della croce, aprono alla resurrezione.
La Parola nelle Beatitudini non è da spiegare: è da accogliere. Nelle parole non c’è nulla di difficile comprensione.
Bisogna smetterla di dire: “E’ difficile” ed iniziare a dire: “E’ esaltante”. Si richiede un salto di qualità a chi sceglie Gesù e la sua parola. “Beati” è sinonimo di ‘in piedi, eccomi, sono pronto’!: è parola che dona la vita.
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo». Forse volete agire come «agivano i padri con i profeti», profanatori della vita?
La santità e la bellezza non sono ripiegare le spalle di fronte ai soprusi: la povertà è peccato, le lacrime sono il peccato di chi causa e permette lacrime e povertà.
Senza titubanze il peccato è da combattere, lottando contro il male, riuscendo o meno a farlo e ascolteremo “Rallegratevi ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo”.
Il discorso di Gesù, nel Vangelo di Luca, non termina qui e prosegue:
«Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi».
L’identità del cristiano è essere, sentire ed agire in modo diverso dai padri: combattere positivamente il male; comprendere la santità, l’arte, la musica, il canto e danzare nella gloria davanti a Dio.ambia soltanto una lettera : da vangelo a Vangelo.