Qoèlet 1,2; 2,21-23; Salmo 89 (90); Colossési 3,1-5.9-11; Luca 12,13-21
Il possesso
«Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità».
Abbiamo soltanto un dio: il denaro. E’ un tirannuccio da strapazzo. Forse non siamo più nemmeno popoli, non abbiamo guide valide. Ci viene a mancare l’essere, come uomini, immagini somiglianti del Creatore. Il desiderio del capitale è materialismo e ateismo pratico e non vogliamo riconoscerlo.
L’essenziale è che anche Dio si schieri dalla nostra parte: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
«Vanità delle vanità: tutto è vanità. La vostra vita non dipende da ciò che possedete. Quale profitto viene all’uomo dalle preoccupazioni del suo cuore? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa».
La parola di Dio è consiglio sicuro ed inascoltato: «Fate morire ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e tenetevi lontani da ogni cupidigia che è idolatria. Non dite menzogne gli uni agli altri». Le divisioni che operiamo a scapito dei più deboli non hanno posto nel Vangelo: «Qui non vi è Greco o Giudeo, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti».
Chi non vuole ascoltare, ricordi: prima di portare l’offerta all’altare, chieda scusa al fratello al quale ha causato sofferenze, perché, per «chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio», il Vangelo sarà severo: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?».
Non si intendano queste parole come minaccia. Sono esortazioni ad una vita buona \ bella: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra».
La Parola è promessa di salvezza: «Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria».
E’ da relativizzare l’avere ed il possesso.
E’ vero: è in crisi l’essere famiglia. Nasco dalla mamma e la abbandono quando “c’ho da fare”.
E’ vero: è difficile trovare nella famiglia chi si possa occupare a tempo pieno dei bambini e degli anziani. Asili nido e case di riposo. Il presente chiede di garantirci il saper crescere da soli e da soli morire.
La pandemia di questi anni ci toglie, nei momenti del dolore, una mano materna da stringere.
E’ da riempire di significato l’essere padre, madre, figlio, fratello. Essere famiglia dei figli di Dio.