Ezechièle 34,11-12.15-17; Salmo 22 (23); 1Corìnzi 15,20-26.2; Matteo 25,31-46
‘Pascere’, non ‘Giudicare’
Davanti alla Croce ed alla Resurrezione chi si sente in grado di rispondere: “Io ho fatto quel che potevo”? Eppure lo si ripete spesso e ci si colloca dalla parte dei giusti.
Due verbi e due mentalità si trovano a confronto nella parola di Dio: non vi poniamo attenzione e, ormai assuefatti a superficialità ed indifferenza, equivochiamo. La Parola non tace; si rivolge «a te, mio gregge» con due parole:
1. «Pascerò con giustizia». Pascere è: «io stesso cercherò le mie pecore»; «passerò in rassegna come un pastore passa in rassegna il suo gregge». Andrò in mezzo alle «pecore che erano state disperse nei giorni nuvolosi e di caligine»; «andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita». «Radunerò» e «condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare». Silenzio, assenza di frastuono, serenità: «fascerò la pecora ferita e curerò quella malata; avrò cura della grassa e della forte».
«Perché Dio sia tutto in tutti è necessario che Gesù Cristo regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi». Sconfiggerà ogni nemico: «l’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte».
Addirittura sconfiggere la morte? Sì, perché «Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti: se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti».
Dopo aver portato sulle spalle Croce e Resurrezione, «sarà la fine, quando consegnerà il Regno a Dio Padre»: si dovrà separare necessariamente il bello dall’utile, il ‘chi sono’ dal ‘cosa ho fatto’ ed avverrà ciò che, superficialmente e scioccamente chiamiamo ‘fine del mondo’, parole che non hanno alcun riscontro nelle Scritture; sarà, invece, ricostituito il Regno, il Giardino iniziale della Creazione.
«Il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e davanti a lui verranno radunati tutti i popoli» e come «il pastore separa le pecore dalle capre, egli separerà gli uni dagli altri e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra».
I giusti saranno tutti invitati al Regno: «Venite, benedetti del Padre mio». «I giusti se ne andranno alla vita eterna»: ‘andranno’ da se stessi, non ‘saranno mandati’; avranno ciò che hanno cercato; costruiranno giustificazione e salvezza perché «in verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
2. «Giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri». Chi avrà guardato, distratto ed indifferente, lo svolgersi degli eventi senza alcun interesse nel costruire il Regno di Dio, ascolterà: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno». Questi, da se stessi, «se ne andranno al supplizio eterno»: non saranno espulsi, cacciati, scacciati; ognuno sceglierà ciò che ha sempre cercato e si accorgerà di essere stato giudice dai giudizi perversi; di aver giudicato senza costruire salvezza: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli non l’avete fatto a me».
(didon)