Èsodo 12,1-8.11-14; Salmo 115 (116); 1Corìnzi 11,23-26; Giovanni 13,1-15
Come colui che serve
Se per gli Ebrei «questo mese segna il primo mese dell’anno», per i Cristiani è l’’Ora’, il giorno atteso dai secoli eterni per porre fine al possesso del Demonio sul ‘mondo’ (Mondo’: nel Vangelo di Giovanni è il male ed il malvagio). L’Ora di Gesù è questa: il Triduo Sacro (Giovedì, Venerdì, Sabato e l’alba della Domenica di Pasqua). L’Ora di Gesù è il completamento della sua missione terrena. Dopo questa ‘Ora’ Gesù torna al Padre ed, insieme al Padre, invierà il Santo Spirito.
«Parlate a tutta la comunità». Cosa annunciare?1. Forse, oggi, Giovedì Santo, la narrazione della Cena di Gesù con i suoi?
Giovanni conosce più degli altri il cuore di Gesù e rende noto il suo desiderio: Gesù «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine».
«Amare sino alla fine»: è amare sino alla morte? No. Sino alla vita: «Gesù, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli».
Accade prima dell’Eucaristia: senza divenir ‘servi’ non può esistere Eucaristia. Non si può essere con Gesù Cristo senza i fratelli. L’Eucaristia ha efficacia attraverso la capacità di ‘lavare i piedi ai fratelli’. Perché? La prima realtà è Charitas: abbia l’H (L’aspirazione ad esser fratelli per mezzo di Gesù). Se l’organizzazione della Caritas è scritta e vissuta senza l’H, senza l’aspirazione, non è valore cristiano, ma di ‘utilità’, sociale.
2. Marco, Matteo, Luca, Paolo: ricordano la Cena (Ultima Cena) ed, in essa, l’istituzione dell’Eucaristia. «Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi».
«Dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel «mio sangue».
«Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga».
3. La vita del Cristiano è: «Fate questo in memoria di me».
Oltrepassata la difficoltà risolta a Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!», conseguenza di Charitas e di Eucaristia è ‘narrare Gesù Cristo; testimoniare, non la Resurrezione, ma il Risorto, il Vivente; guardare oltre l’immediato dei riti’.
«Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri». Se vi piace seguirmi, «Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Non passate di casa in casa per abitare, ma per conoscere ‘Chi abita’. La Charitas si rende completa nel conoscere ‘Chi abita’. ‘Chi è’, non ‘cosa fa’; non quali mezzi di sussistenza ha; non quale potere occupa nella società. Queste cose saranno soltanto ‘utili’ se verranno bene ‘usate’.
Se non accadesse, si creerebbe il vuoto attorno agli annunciatori di Gesù (non testimoni) e Gesù verrebbe lasciato ancora solo in una continua passione. E’ il rischio che prepotente avanza, oggi, nell’adorazione del dio possesso e denaro. Che lo ricerchino le nazioni è male. Peggio è che queste nazioni del dio possesso e denaro si dicano ‘cristiane’.
Che si inizi a parlare il linguaggio del Vangelo, linguaggio di Gesù Cristo. Coerentemente. Gesù ha iniziato la demolizione del ‘peccato del mondo’ ed attende che i suoi fedeli rendano completa la sua opera.
(didon)