“Il calabrone” – Gnanone

Hosto!!! Chi era costui?

Così si presentò tra noi, una sera, il socio onorario del Circolo Pocci, Ivo Santi (alias “Gnanone”), tutti lo guardammo, alcuni lo conoscevamo, altri ne avevano sentito parlare, altri ancora, non lo avevano mai visto. Dopo alcuni secondi, con la sua dialettica particolare e con il suo modo faceto e bonario, aveva conquistato i presenti. Rispolverando il suo dossier personale abbiamo conosciuto veramente “Gnanone”. Il personaggio più allegro e mattacchione che ricordino le due ultime generazioni di Tuscanesi. Nel prossimo numero ci proponiamo di iniziare il racconto dei fatti e degli aneddoti della sua molteplice personalità.

  • Piove più???
    Raccontava don Leopardo Venturini (Mons. Venturini: per noi era don Leopardo) riguardo alla vita di Gnanone: Da muratore-imbianchino Gnano era divenuto un addetto di banca (non so in quale ruolo). Lavorava a Ravenna. In qualche giorno e tempo dell’anno andava, veniva, a Tuscania. Per andare da Tuscania a Ravenna l’unica via transitabile (poco) era allora […]
  • Ricordi personali
    A Ravenna in visita alla tomba di Dante Alighieri. Parcheggiata poco distante la ‘500, mi metto a guardare ammirato la tomba di Dante. Arriva una donna che vedendo la macchina targata VT dice: “Va’ ‘sta 500 è di Viterbo. Chissà di chi sarà?!” Io subito: “E’ mia e sono di Tuscania. Ma lei chi è? […]
  • Dal n. 4 “Hosto, dice, sega ‘l Crocione e facce du’ viagge”.
    – A Gi’ disse Peppe, domane, lo sae? – No. Ch’adè? ‘Mbeh? – E’ San Giuseppe. – Che voe l’augure a vantaggio? – No nun adè pé l’augure, dice Peppe, è perché, vede, domane bisogna mannalla bona. – Ah! Ho capito! Ciae ‘l pelo nel gargalozzo, te voe magnà quelle carciofole ch’avevo rimediato l’altra notte! […]
  • Gnanone : “Gira che se ‘ntosta”.
    C’era una volta ‘l garzone. Anche Gnano ne aveva uno. Un po’ sempliciotto, ma di buona volontà. Quello che Gnano diceva e ordinava, ‘l garzone, efficientissimo ed ubbidientissimo, eseguiva. Pija ‘l secchio della vernice e allungala ne’ ‘la callara più grossa. Detto, fatto.
  • Gnanone e il Capicollo
    Quando Gnano imbianava le cucine, voleva essere tranquillo. Non voleva gente per casa, né osservatori … tanto erano sempre criticoni, scontenti di tutto. Camera, bagno, sala da pranzo, tutto, dopo il lavoro di Gnano, pareva novo. La cucina richiedeva un lavoro speciale. La cucina era il luogo delle cose genuine, de casa, fatte a mano: […]
  • HOSTO: ao’! ‘ste trenta scaline che scricchiolono …
    Ao’! ‘ste trenta scaline che scricchiolono e so’ sdilabbrate me fanno stracca’e quanno so ‘ da capo ciadò ‘l fiatone. Arrivata alla cima, co’ ‘na soffitta tipo mantice, infilò la chiave nella toppa: “Ariecchece! Gire la chiave, ma ‘l cardello ‘n te se move”. Ah! Cio’ ‘ndovinato! S’apre.
  • Hosto … A Gì disse Peppe…
    Hosto – A Gi’ disse Peppe, domane, lo sae? – No. Ch’adè? ‘Mbeh? – E’ San Giuseppe. – Che voe l’augure a vantaggio? – No nun adè pé l’augure, dice Peppe, è perché, vede, domane bisogna mannalla bona. – Ah! Ho capito! Ciae ‘l pelo nel gargalozzo, te voe magnà quelle carciofole ch’avevo rimediato l’altra […]
  • Hosto – il bambino si fermò …
    Hosto Il bambino si fermò udendo il suono dell’organo…spinse la porta della chiesa Cattedrale ed entrò. Il  bimbo preso dalla solennità della cerimonia (pr lui quasi incomprensibile)  si avvicinò alla conchiglia porta acquasanta … una grattatina all’orecchio e decisamente allungò la mano per bagnarla con l’acqua santa. Non ci arrivava… un piccolo salto e tutte […]